Un giorno… di Emma Scott

Titolo Originale: Someday, Someday

Usa: 2019

Pagine: 454

Protagonisti: Max, Silas

Genere: Contemporary Romance, MM

Casa Editrice: Quixote Edizioni

Data di Uscita: : 5 aprile 2021

Un giorno… di Emma Scott

Max Kaufman è stato cacciato di casa a sedici anni per via della sua omosessualità e la sua vita, da allora, è stata una lotta. Finito nel vortice della droga e costretto a prostituirsi, è riuscito a uscire da quell’inferno e a diventare un infermiere, dopo un duro lavoro su se stesso e sulle sue dipendenze.

Dopo aver lavorato al pronto soccorso e come volontario ai Narcotici Anonimi, accetta un impiego come infermiere privato di Edward Marsh III, presidente e proprietario di una delle più grandi compagnie farmaceutiche del mondo. Ben presto, scopre che sotto la superficie dorata del suo impero multimiliardario si nasconde una rete di segreti e bugie.
Più Max vive e lavora con la famiglia Marsh, più quei segreti lo assediano, mentre il suo cuore, che ha cercato così strenuamente di proteggere, finisce per battere per il figlio del suo datore di lavoro, un giovane bellissimo, ma freddo e distante.
Silas Marsh sta per ereditare l’impero di suo padre, che tuttavia intende lasciarlo soltanto a un figlio “perfetto”.

Per dimostrarsi degno di gestire la poco limpida compagnia di famiglia, Silas è costretto da sempre a negare la sua vera natura e a vivere una menzogna. Adesso dovrà fare una scelta: ribellarsi al padre e distruggere tutte le menzogne, accettando i sentimenti innegabili che prova per Max, oppure fingere di essere qualcuno che non è, sacrificando la felicità e il vero amore.

Questo non è un libro, è un’enciclopedia, un volume che dovrebbe diventare lo spunto didattico per parlare ai ragazzi di tutto quello che c’è da sapere sul rispetto di se stessi, del nostro prossimo, della famiglia, della vita. Soprattutto della vita.

“Perché l’odio deve essere insegnato. Non ci si nasce.”

Ho salvato tante di quelle pagine da non poterle contare, perché questo è quello che succede con una scrittura intensa e toccante come quella della Scott, ma questa è forse la frase che più rappresenta tutta la storia di Max e Silas. E insieme tutto il male che può fare l’odio.

I nostri due incredibili protagonisti sono proprio due vittime dell’odio, dell’intolleranza, della mancanza di rispetto per la vita, per il prossimo, per il diverso da te. E per tuo figlio, che è l’unica cosa davvero “contro natura”. L’odio non solo non può essere naturale ma soltanto indotto, è anche imperdonabile a mio parere quando è rivolto contro il proprio figlio. Qualcuno a cui tu hai dato la vita e che dovresti unicamente amare, senza alcun tipo di condizione. Quanta rabbia ho provato, quanta sofferenza ho sentito e quanta bravura ha quest’autrice nel parlare con tanto tatto di ogni tipo d’amore avendone profondo rispetto e considerazione: fratelli, amici, dipendenti, sconosciuti empatici… È come se volesse dirci che il mondo è pieno di bontà e che basta scavare un po’ e cercare, saperla vedere, come un’oasi di verde in mezzo al deserto dell’odio. E quando la si vede, andarla a prendere e tenerla stretta.

«Un figlio non dovrebbe implorare per avere l’amore dei suoi genitori.»

Max e Silas, anche se in due modi completamente diversi ma non meno disastrosi, hanno subito e subiscono l’intolleranza portata all’estremo e perpetrata nei loro confronti dai propri padri, due figure indegne di portare il nome di papà.

Vagano come due anime perse, trascinati dal vento della vita e delle difficoltà quotidiane, restando comunque integri nella loro bontà, (una cosa che tocca veramente il cuore), finché non vengono “salvati”: Max da uno sconosciuto empatico, appunto, e Silas… da Max stesso. Ma in entrambi i casi si tratta di nuotare nella tempesta restando sempre pronti ad afferrare un salvagente gettato quasi per caso da qualcuno.

Ci vuole bontà anche ad accettare aiuto, perché quando hai ricevuto troppi schiaffi e calci, come fai a credere ancora nella buonafede di qualcuno, nella mano tesa che ti viene offerta senza un corrispettivo? Come minimo ti aspetti un conto salatissimo da pagare, o di rimanere in debito per la vita. Non è così, evviva, ma sono di certo eventi rari.

Eppure, ripeto, è imperdonabile che un genitore sia il peggior nemico di un ragazzino di sedici anni. Una vergogna mortale e un peccato da dannazione eterna.

Invece, tanto Max quanto Silas, seppure abbiano visto l’inferno e ci abbiano camminato dentro, seppure abbiano provato sulla loro pelle cosa vuol dire essere abbandonati alla solitudine e al gelo, hanno ancora occhi compassionevoli con cui guardare altri occhi e braccia amorevoli con cui scaldare altre persone (e le prime tra quelle persone sono i propri fratelli, l’ho trovata una delle cose più commoventi di tutta questa vicenda.) Ma soprattutto hanno ancora posto nel proprio cuore per il perdono!

Il mondo sarebbe davvero un posto migliore se ci fossero altri Max e Silas, qualche milione sarebbe anche preferibile.

“Mi ero chiesto come fosse lottare disperatamente per salvare la vita a qualcuno, invece di lottare disperatamente solo per sopravvivere.”

E che dire di questa scrittura? Delle parole scelte, dei numerosi temi trattati, dei tratti psicologici con cui sono dipinti i personaggi? Emma Scott ti graffia la pelle senza toccarti e ti arriva al cuore senza ferirti.

«Ricorda: “un giorno” non è uno dei giorni della settimana. Non arriva in automatico. Devi andare a prenderlo.»

Leggete questa storia e lasciatevi trascinare nel dolore e nella gioia di due uomini meravigliosi. Non potrete che apprezzarli, e fatevi coccolare da un epilogo forse un po’ troppo buonistico. Del resto che romance sarebbe se i torti fatti non venissero in qualche modo riparati?

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Navillus

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