Duro da amare – Agata di Anna Chillon

Italia: 2019

Pagine: 352

Protagonisti: Agata, Primo

Genere: Contemporary Romance

Casa Editrice: Self

Serie Pietre Preziose #3

Data di Uscita: 7 giugno 2019

Duro da amare – Agata di Anna Chillon

Mi parlò con il suo silenzio e con il suo rifiuto mi catturò.

Giovane e incauta, mi avventurai nel bosco dove trovai una casetta con un uomo rozzo che disprezzava gli esseri umani e si comportava come se possedesse tutto il tempo del mondo.
Mi cacciò senza usare una parola, eppure io lassù ci tornai mettendo a rischio più volte la mia vita. Per lui, per quell’enigma da risolvere.
Mentii, impugnai una pistola e sperimentai quel sesso che da scontro diviene un incontro. Scoprii anche che la sincerità può far male, ma è la sola strada per essere felici.
Me lo insegnò lui, maltrattandomi, salvandomi e sequestrando ogni mia cellula, mentre nodo dopo nodo mi permetteva di dipanare la matassa della sua folle esistenza.
Quante cose nascondeva quel silenzio?
Forse più di quante avrei potuto tollerare.
Certo più di quanto le parole avrebbero mai potuto esprimere.

Anna Chillon la Silente. Colei che nulla dice e poi sbadabam, se ne esce con un libro da manicomio.

Ancora adesso soffro di disordine emotivo post lettura. D’altronde con lei è sempre così: tutto tace, nulla si conosce, lei che se ne esce quatta- quatta con l’anteprima, io che divento euforica come una bambina iperglicemica, agguanto il libro e pum, schiatto.

Naturalmente poi mi riprendo. Peccato che mi guardo attorno e mi accorgo di essere depressa.

Grazie Anna, ti addebiterò la terapia!

Prima di iniziare questa recensione, mi sono annodata la lingua. È praticamente impossibile provare a raccontarvi qualcosa senza dire accidentalmente troppo.

In questo ultimo volume della trilogia Pietre Preziose,  Anna ci ha dato dentro di brutto. Peccato che prima faccia sudare sette camicie, che scalinata del Santuario della Madonna del Bosco levate proprio.

La sensazione iniziale che ho provato durante la lettura di Agata è smarrimento.  Abituata al botta e risposta tra Giada e Vincent o quello di Ambra e Niccolò, percepire l’intera storia dal punto di vista di Agata, una ragazza giovane e fighettina della Roma bene, che fugge dalla vita principesca per isolarsi nel bosco, mi ha lasciata leggermente fuori fase.

”Tra i sorrisi veri e quelli finti, mi si stavano scavando le fossette sulle guance.”

Noi la conosciamo così, in fuga da quella vita perfetta ma priva di emozioni intense, alla ricerca di un posto isolato, magari proprio un bosco, in cui non sia obbligata a fingere. Uno spazio in cui esistano quei colori che non serve vedere ma di certo si percepiscono, un luogo in cui “non era niente e non doveva niente a nessuno”.

Agata purtroppo è una ragazza a cui è stato insegnato a programmare, a cercare di raggiungere lo scopo perseguendo sempre la perfezione. Una giovane donna emotivamente castrata.

E si sa che prima o dopo, quando non si ha più la forza di mantenere la facciata, compiere la prima di una lunga serie di piccole follie è un attimo.

Ed è così che quindi coglie la palla al balzo e decide di scappare. Prende la sua auto nuova ultimo modello, il suo album da disegno, e giunge dove il cuore comanda. O il destino, se meglio credete.

Perché nel luogo in cui decide di fermarsi e che reclama come proprio, qualcuno già c’è. E non ha nessunissima intenzione di dividere i suoi spazi con una mocciosa ficcanaso e chiacchierona.

“C’era qualcosa in lui che non riuscivo ad afferrare, sapevo solo che mi rimestava testa e interiora per la voglia di venirne a capo.”

Un uomo rude, arrogante, dispotico, paragonabile ad un orso. Imponente e grezzo, totalmente chiuso in se stesso, vestito solo di silenzi e occhiatacce.

Il tipo di uomo che Agata non conosce, ma che proprio per questo accende la miccia nel suo cervello.

“Io volevo una sua parola. E lui non poteva darmene nessuna.”

Agata lo insegue, e lui scappa. Ad ogni passo lui le sbarra la strada, facendo di tutto per levarsela di torno. Però, ancora una volta, il destino birichino interviene. E lei finisce nella tana dell’orso, proprio tra le sue grinfie.

 “Stare con lui mi distruggeva ogni volta. E non avrei rinunciato nemmeno a una di quelle volte.”

Ma come fare a capire qualcuno che col corpo allontana e con gli occhi marchia nel profondo?

“Voglio quello che non so darti.”

Una storia meravigliosa, fatta di tante chiacchiere e ancora più silenzi. La crescita di una giovane donna che trova il coraggio di impugnare il suo cuore con entrambe le mani e di gettarsi nel vuoto del caos, dove nulla è programmato, ma tutto è emozione.

Un luogo in cui non esistono gabbie, “no” e “non posso”.

Un posto speciale in cui non sarà sola, ma piuttosto libera di essere se stessa e amare senza inibizioni.

“Talvolta nella vita accade che un impulso irrefrenabile ci porti contro ogni buon senso a imboccare una determinata strada. Nel mio caso mi indusse a optare per una via aspra che a un certo punto mi portò a chiedermi chi diavolo me lo avesse fatto fare, anche se non riuscii mai a pentirmene. Perché quella, senza ombra di dubbio, fu la prima vera strada che scelsi e percorsi da sola.”

Non perdetevi il terzo ed ultimo capitolo della serie Pietre Preziose. Anzi, non perdetevi proprio alcun libro di questa superba scrittrice!

Perché Anna Chillon è un’autrice che ha il dono di rendere indispensabile ogni parola, di catturare il lettore e trascinarlo nel suo mondo meraviglioso. Un mondo che, fidatevi, non vorrete mai abbandonare.

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Violenza:

Cherry

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