La vera storia di Mr Darcy – Prime impressioni di Georgia Falbo

Italia: 2020

Pagine: 231

Protagonisti: Mr. Fitzwilliam Darcy, Elizabeth “Lizzy” Bennet

Genere: Romance Storico

Casa Editrice: Darcy Edizioni

Data di Uscita: 29 febbraio 2020

La vera storia di Mr Darcy – Prime impressioni di Georgia Falbo

Un piccolo villaggio dell’Hertfordshire è in subbuglio per l’arrivo di una elegante comitiva di giovani, tra loro l’affittuario di Netherfield Park, Mr. Charles Bingley.

Di lì a poco si diffonde anche la notizia della presenza di Mr. Fitzwilliam Darcy, rampollo di una delle più prestigiose e ricche famiglie del Regno.

Entrambi scapoli, i due giovani attirano gli interessi delle gentildonne nubili del luogo in cerca di marito e di una buona sistemazione matrimoniale, ma non tutto si realizza secondo i piani e le trame di madri, zie e gentili donzelle…

Ho iniziato questa lettura con aspettative molto alte, dato che Orgoglio e Pregiudizio è secondo me la Bibbia della Letteratura Rosa, o almeno di quella storica. Jane Austen ha scritto un capolavoro indiscusso che, mascherato da storia d’amore, ha denunciato usi e costumi di un’epoca, di una società e di tutta una mentalità, chiusa e classista, che era però legge per quel periodo storico (ed è continuata fino in età davvero recente). Non mi aspettavo dunque niente di meno di quello che ho letto in questo libro della brava Georgia Falbo e che è, ricordiamolo, il primo di una trilogia.

Le espressioni compassate, l’ironia pungente e comprensibile solo a pochi, le caratteristiche psicologiche dei personaggi (vere e proprie macchiette simboliche) della Austen sono stati rispettati pienamente. Per giudicare questo mi sono perfino andata a rileggere la prima parte della mia personale Bibbia!

Mr Darcy era consapevole del suo status sociale, della sua posizione e della sua ricchezza, ma provava una forte avversione e insofferenza nei riguardi di tutti coloro che lo ammirassero o lo considerassero per queste sue fortune
La quintessenza della presunzione, dell’arroganza, della vanità e dell’orgoglio: il suo ingente patrimonio non lo avrebbe salvato dal giudizio senza appello di Elizabeth. I veri protagonisti sono l’orgoglio di casta, qualunque essa sia, unito al pregiudizio di sapere, sulla sola base dei condizionamenti socialiu, con chi si sta avendo a che fare, come se il carattere, pregi e difetti, nascesse legato alla presenza o assenza del blasone…

Dunque una storia riscritta in maniera conforme e rispecchiante l’originale, con lo stesso linguaggio quasi aulico e le lunghissime descrizioni a cui la letteratura moderna ci ha disabituati. E un po’ di sana originalità? Tranquilli, c’è anche questa, visto che almeno questo primo romanzo della serie potrebbe essere sottotitolato “La costruzione di un amore”.

La cosa che colpisce di più infatti sono i numerosi pensieri dei protagonisti, mancanti nella Austen perché lasciati all’immaginazione e alla fantasia, ma qui invece espressi e spontanei, da cui traspare stizza, noia, fastidio, curiosità e infine interesse. Non c’è un Deus ex machina che faccia cadere addosso ai personaggi la freccia di Cupido, non c’è un destino che si adoperi perché i due si innamorino per magia.

C’è invece la costruzione vera e propria di un amore a tavolino, con le giuste motivazioni che non tengono conto dei “condizionamenti” sociali o familiari, o storici, se non all’inizio. In entrambi, tanto Elizabeth quanto Darcy, mentre il velo del pregiudizio cade lentamente, diminuisce anche la superbia, per far posto a stima, simpatia, apprezzamento. Si tratta insomma di un amore che non parte dal cuore ma dal cervello, che osserva accuratamente, dà valore e nome giusti alle cose e alla fine permette al cuore di innamorarsi. Un amore così può essere definito l’essenza stessa del romanticismo.

 Agli occhi di Darcy, Elizabeth, pur se di molto inferiore a lui per lignaggio, pian piano diventa una donna che arde del fuoco della sincerità e che non blandisce né adula nessuno, il che la rende più bella di una principessa. Come se le cadessero via via di dosso gli strati di “inadeguatezza sociale” che lui vedeva al primo incontro. In questo modo è l’amore a costruirsi da sé, avendogli dato di che nutrirsi.

Tre settimane prima, in un’analoga occasione, aveva rifiutato di invitare Miss Elizabeth Bennet, e ora era Miss Elizabeth Bennet che aveva rifiutato il suo invito. Sembrava proprio che quella giovane donna avesse aspettato il momento giusto per rendergli la pariglia. Be’, come dire: occhio per occhio! Sì, ma che begli occhi, pensò, tra la meraviglia e il sorriso.

Scendendo nel particolare ho adorato la contrapposizione tra il pacato linguaggio storico, quello delle descrizioni e dei dialoghi, che tiene conto dei famigerati condizionamenti e del periodo storico, e quello immediato e sincero dei pensieri, che a una prima impressione può apparire fuori tempo e troppo moderno. In realtà credo invece  che il linguaggio “pensato” sia sempre libero da condizionamenti, e lo sia stato in qualunque epoca.

Mi spiego: ognuno, che si chiami Pinco Pallo e viva a Roma nel terzo millennio, o che si chiami Mr Darcy e viva nell’Inghilterra del diciannovesimo secolo, è sincero con se stesso e ammette nella propria mente da chi si senta attratto, o quanto lo faccia sorridere una certa situazione, o quanto giudichi terribile una persona, anche se mai, e sottolineo mai, lo affermerebbe a voce alta.

C’è poi un’altra particolarità nel lavoro della Falbo che ho notato ed apprezzato: l’aver rivelato quei punti oscuri di trama che la Austen aveva lasciato sottesi o appena accennati, come il passato di  Wickham, personaggio viscido e infido che la Austen rinvia a giudizio fino a metà libro.

Come blogger giudico insomma questo primo libro della serie una prova decisamente ben riuscita per autrice e casa editrice. Come lettrice dico che continuerò certamente la lettura degli altri e li consiglio a chiunque ami il genere del romance storico e in particolare la Austen.

Giudizio:

Classificazione: 4 su 5.

Navillus

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