Dimmi che è vero di TJ Klune

Titolo Originale: Tell Me It’s Real

Usa, 2013

pag. 350

Protagonisti: Paul, Vince 

Casa editrice: Dreamspinner

Genere: Contemporary Romance

Serie A prima vista #1

Dimmi che è vero di TJ Klune

Credete nell’amore a prima vista?

Paul Auster no. Anzi, Paul non crede quasi in niente. Ha trent’anni, è leggermente sovrappeso, e le sue caratteristiche migliori sono l’umorismo caustico e il modo colorito e vivace di commentare quel poco che gli succede.

I suoi migliori amici sono Rotelle, un cane con due zampe, e Helena Handbasket, una drag queen sull’orlo del bipolarismo.

Paul trascorre le giornate in un cubicolo a svolgere un lavoro senza prospettive, e si ripromette di continuo che se il pappagallo omofobo di sua nonna lo insulterà un’altra volta, gli tirerà il collo.

Poi arriva Vince Taylor.

Vince è il suo esatto contrario: sexy, sicuro di sé, e più ottuso di una gallina. E quando, per qualche ragione sconosciuta, questa specie di dio comincia a fargli insistentemente il filo, Paul si convince di essere il bersaglio di uno scherzo, perché non è possibile che uno come Vince possa essere interessato a un perdente come lui.

Ma dopo averlo investito con la propria auto – involontariamente e con il terrore di aver commesso un omicidio – Paul è costretto a guardare Vince con occhi diversi, e scopre che l’unico ostacolo tra loro è rappresentato solo da se stesso.

Un ostacolo che sembra incapace di superare, almeno finché Vince non è costretto ad affrontare un doloroso evento famigliare, e Paul deve decidersi ad accantonare i propri dubbi e stare accanto all’uomo che lo trova perfetto così com’è.

“Non si rende conto di quanto male può fare il disprezzo?”
“E tu lo sai?”
“No, non lo so. Non completamente. Probabilmente meno che tanti altri. Sì, a scuola venivo preso in giro e un paio di volte sono stato picchiato, ma sa su cosa potevo contare? Potevo contare sul fatto che a casa mi aspettava una famiglia a cui non fregava niente di chi sceglievo di amare.
Potevo contare su mio padre, che mi insegnava a difendermi, e non perché pensava che suo figlio fosse una mammoletta, ma perché suo figlio era una mammoletta che voleva rispondere ai pugni.
Potevo contare su mia madre, che mi faceva sedere su una sedia e poi si inginocchiava per medicarmi il taglio sulla fronte dopo il pugno di Donnie Craig. Ho visto la rabbia nei loro occhi, ma non era mai rivolta verso di me. Era rivolta a tutti quelli che si credevano in diritto di farmi del male. E a tutti quelli che credevano valessi meno di loro.”

Alcune volte, tuffarsi nel mondo MM porta a galla emozioni fortissime. Non perché un rapporto omosessuale possa farci scovare il Santo Graal, ma l’intensità dei loro sentimenti, che spesso devono essere castrati di fronte ad una società gretta e ignorante, aprono il cuore.

Il problema è che fino a quando non ci si mette nei panni dell’altro, o non si indossano le sue scarpe, è facile giudicare.

Noi comuni etero abbiamo un sacco di possibilità che fino a poco tempo fa erano negate a chi amava diversamente.

Diritti tolti dall’uomo stesso verso i propri simili. Accade tutti i giorni.

Meno male che le cose sembrano muoversi ora, lo spiraglio di luce comincia a vedersi, o meglio, vedo un arcobaleno affacciarsi all’orizzonte e si… c’è persino l’unicorno!

‘Dimmi che è vero’ è un romanzo esuberante. Il grado di sarcasmo utilizzato strappa parecchi sorrisi e i personaggi presenti sono a dir poco esilaranti.

Paul è la classica checca isterica, come puntualizza più volte Johnny Depp, il pappagallo omofobo della sua adorata nonna Gigi. Non è in grado di vedere se stesso come realmente appare:

“Paul Auster, leggermente effemminato, leggermente grasso, molto normale, molto noioso e tutti gli altri aggettivi che vi ho già propinato.”

Come anticipato nell’estratto iniziale, Paul ha una famiglia molto affettuosa che non è per nulla spaventata o a disagio dai gusti del figlio.

Anzi, molto spesso i tentativi di rassicurazione verso Paul sfociano in veri e propri discorsi divertentissimi!

Altro pezzo fondamentale del suo cuore è Sandy, amico maschio gay durante il giorno e Drag Queen bipolare e tendenzialmente hitleriana durante la notte, colei che tutto può nell’incasinato universo fantastico che è la vita di Paul.

E non dimentichiamo Rotelle, l’emblema della personalità di Paul.

Tutti loro gravitano attorno a lui, per proteggerlo soprattutto da se stesso e quindi dalla bassa opinione che ha della sua persona e che cercano in ogni modo di tirarlo fuori dalla solitudine che lo avvolge come la copertina di Linus.

Una sera Paul viene abbordato da un Adone. Vince.

“Fossettopoli. La sagra delle fossette. Fossettenor 3000.”

Ovviamente lui cerca in tutti i modi di distorcere la realtà perché non è proprio possibile che un figo atomico del genere possa essere interessato a lui. Di certo lo sta Freddie Prinze Juniorizzando!

No, non siamo noi ad essere improvvisamente diventate deficienti, il termine è stato davvero coniato da Paul e Sandy.

Proprio come Freddie Prinze jr nel film, il figo che invita la ragazza meno popolare della scuola al ballo di fine anno per scommessa.

Sarà il loro motto, il segnale che forse è meglio darsi uno schiaffone nelle chiappe e tornare sulla terra, perché non esiste proprio che Paul abbia avuto una simile botta di culo!

Il ragazzo prova in tutti i modi a fuggire da questo latin lover con qualche tara mentale assicurata, non vuole essere preso in giro.

Lui sta bene da solo! Ma il destino spesso, quando ci si mette, è proprio un fetentello.

I contatti tra Vince e Paul diventano ravvicinati, nonostante le sue fughe e un bel giorno, un incidente bizzarro li fa scontrare nel vero senso della parola.

E la freccia di Cupido arriva a destinazione… sì, anche lì, dove state pensando!

Senza entrare troppo nel vivo della vicenda, sappiate che questo libro è un sorriso unico. A volte un po’ troppo sarcastico, ma di certo sfizioso.

Eppure, non si tratta solo di una commedia romantica, di una storia d’amore fra due ragazzi condita solo da risate e ironia a chili.

Oltre le battute si cela un significato profondo, ovvero la ricerca della sicurezza, del conforto e del sostegno nel fare un passo enorme come il coming out.

Il calore familiare in cui è avvolto Paul, circondato da genitori amorevoli, che lo accettano e lo spronano, si contrappone, invece, a quello della famiglia di Vince, che lo considera un reietto.

Perché TJ Klune è questo: riesce a farti sempre versare qualche lacrima, prima ridi e poi ti commuovi.

È un libro che merita di essere letto non solo da chi ama e apprezza gli MM, ma anche da chi non li conosce e non ha mai pensato di dedicargli un po’ di attenzione. Il nostro consiglio (caspita, siamo già ai consigli!) è di andare oltre e provarci, non vi deluderà.

E ora vi lasciamo con una perla che ha fatto ridere quella demente di Cherry per un’ora (oltre che al benvenuto offerto dal pappagallo omofobo Johnny Depp a Paul “Ocio-Ocio arriva il frocio)

“Paul, ti dirò la stessa cosa che mi disse Vaguyna Poitira, la mia madrina drag, quando cominciai la carriera. ‘Helena, non preoccuparti del fisting finchè non dovrai affrontarlo, altrimenti vivrai nel terrore e non rilasserai mai il sedere.”

Ride the rainbow, folks!

Giudizio

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Violenza: /

♦ Cherry&CHarlot ♦

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