Devious Lies di Parker S. Huntington

Serie Cruel Crown # 1

Devious Lies di Parker S. Huntington

Emery Winthrop, a diciotto anni appena compiuti e con un fondo fiduciario pronto ad assicurarle un futuro dorato, vive una vita agiata nella magione di famiglia sotto l’egida di una madre severa e un padre che la adora.
Il segreto di Emery è che ha una cotta per il suo migliore amico Reed, il figlio dei domestici di casa Winthrop, e un piano già messo a punto per rivelargli i suoi sentimenti: entrare di soppiatto nel cottage dei domestici e, con il favore del buio, gettarsi tra le sue braccia.
Eppure la notte più travolgente della sua vita si rivela, in realtà, l’inizio di un incubo: Emery, sopraffatta dall’emozione e dalla passione, scopre di aver dormito senza accorgersene con il fratello di Reed, Nash.
Nash Prescott ha dieci anni più di lei, è irascibile, perennemente arrabbiato e sembra nutrire un odio particolare per i Winthrop, colpevoli di far lavorare duramente i suoi genitori senza ricompensarli in modo adeguato.
Ma la fortuna della famiglia Winthrop sta per cambiare e un vortice di tragedie si abbatte sulla pacifica cittadina di Eastridge. L’azienda del padre di Emery fallisce, i beni di famiglia vengono sequestrati e chiunque avesse investito nelle loro azioni vede sparire i propri risparmi.
Quattro anni dopo, Emery non è più la principessa di papà e Nash non è più il figlio del tuttofare. Ormai lei si barcamena tra lavoretti, prestiti studenteschi e cene alla mensa dei poveri, il tutto cercando di mantenere un profilo basso per la vergogna dello scandalo che l’ha coinvolta; Nash invece si è trasformato in un ricchissimo magnate proprietario dei lussuosi Prescott Hotel e, in questo tempo, imbastisce la sua vendetta alimentandola un passo alla volta.
Quando i loro destini, adesso ribaltati, si incrociano di nuovo – con i fantasmi delle loro famiglie e della notte trascorsa insieme a tormentarli – Emery e Nash sono destinati a scontrarsi in una battaglia di discussioni accese, sguardi al vetriolo e tensione alle stelle.
Bugie e intrighi li circondano, la ricerca di verità e vendetta li mantiene vivi, ma quando si abbandoneranno l’uno all’altra capiranno alla fine per cosa vale la pena combattere.

«Un caffè freddo, nella tazza più grande che c’è… Non ho finito. Tre cubetti di ghiaccio. Due dosi di sciroppo alla vaniglia, solo zucchero di canna. Una aggiunta di nocciola e cannella. Due spruzzi di mocha. Uno strato di panna montata, ma voglio che sia versata prima del caffè. Un goccio di latte d’avena. Due cucchiaini di crema per biscotti, mescolata, né shakerata né sciolta. Quattro shot di caffè scuro. Doppia intensità.»

Quando si dice un uomo detestabile… o un capo da asfaltare alla prima occasione!

Nash è un antieroe doloso, ovvero un eroe che si finge cattivo, ma così bravo a fingere come nessun buono sa fare. (Era Bud Spencer che diceva “non c’è nessun cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo”? Perché sembra proprio che parli di Nash). E ci piace assai, come ogni rancoroso, spigoloso, sagace, scaltro cattivo che si rispetti.

Nash ama la sua famiglia, soffre per difenderla e impara a vendicarsi come se dalla vendetta dipendessero interamente le sue giornate. Lo scopo della sua vita.

Ma è onesto e leale come pochi uomini.

L’argomento principale di questa intensa lettura però non è la vendetta. È invece la famiglia, intesa come luogo e anche insieme di genitori e figli, un posto che può essere il paradiso in cui star bene,  quanto un inferno vischioso da cui è molto difficile liberarsi. In particolare ho trovato illuminante e assolutamente realistico il conflitto tra la protagonista femminile e la madre, narcisista,  “matrigna”, ossessiva, perfida, egocentrica e anaffettiva. Un incubo nel quale si nasce e si cresce, un disastro che un figlio considera erroneamente normalità, e che se non riesce a fuggire al più presto può segnargli in modo orribile l’intera esistenza.

Ma chi è la protagonista femminile? Emery, un gioiello raro di intelligenza e sensibilità, ma anche caparbietà e onestà. Anche lei, come Nash, è costretta a diventare scaltra, spinosa e vendicativa. Senza però perdere la grande umanità che la contraddistingue. Non posso fare esempi di questa sua qualità perché sarebbero spoiler ma… ho adorato questa ragazza e la sua “psicologia di ritorno”, perché molti aspetti del suo carattere derivano proprio dalla sua esperienza.

L’amore tra i due protagonisti nasce e cresce come deve giustamente essere, con il tempo, con la comprensione, con il viversi. Inevitabile come respirare.

Quindi ogni aspetto per me positivo del romance (la verosimiglianza, il realismo, l’amore incondizionato, l’analisi approfondita delle ragioni e delle situazioni, la psicologia dei personaggi) è presente in questa storia che ho trovato splendidamente orchestrata, almeno fino all’ultimo dieci per cento del libro, dove, per dare una fine soddisfacente ai vari personaggi, l’autrice si è persa un po’, esagerando con il buonismo e i particolari. Ma sono dettagli a parer mio trascurabili.

«L’esistenza delle parole dimostra che qualcuno nella storia dell’umanità si è sentito nello stesso modo in cui mi sento io e vi ha dato un nome. Significa che non siamo soli. Se esiste una parola per definire ciò che proviamo, non siamo mai soli.»

Una lettura che consiglio e che è stata e resta la mia migliore lettura degli ultimi mesi.

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Violenza:

Cri

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