Space. Lo spazio che ci unisce di Penny Reid

Titolo Originale: Space

Usa: 2020

Pagine: 240

Protagonisti: Abram & Mona

Genere: New Adult

Casa Editrie: Always Publishing

Data di Uscita: 29 Aprile 2021

Serie Le leggi della Fisica #2

Space. Lo spazio che ci unisce di Penny Reid

Mona DaVinci è una donna geniale, riconosciuta come una delle più grandi menti della sua generazione. In cerca di riposo e relax, si rifugia nello chalet di famiglia ad Aspen, il suo posto preferito per rilassarsi quando riesce a prendersi una pausa dalla sua vita frenetica.

Tutti i suoi piani dettagliati però vanno in fumo quando arriva ad Aspen e trova la baita di famiglia occupata dal fratello, Leo, e i suoi amici, tra i quali c’è anche il ragazzo da cui quasi tre anni prima Mona è scappata via, e a lungo lo ha rimpianto. Abram, oggi, è il frontman di una band di successo: ha scalato le classifiche con le sue canzoni ed è in procinto di partire per una tournée. Mona ha sofferto molto per il modo in cui lo ha ingannato.

Ancora innamorata di lui, prende la decisione di offrirgli la sincerità che gli aveva negato, anche se in ritardo. Ma Abram non è disposto ad ascoltarla. Tradimento, rabbia e desiderio di vendetta ancora gli infuriano dentro. Ferito dal raggiro e dalle bugie di Mona, è convinto che per lei quella settimana trascorsa insieme non sia stata altro che un gioco, che non le sia mai importato niente di lui.

La voglia di punirla lotta contro il desiderio di amarla, contro la chimica che li aveva già uniti e la mancanza di onestà che li aveva distrutti.  Mona e Abram avranno una sola settimana per rimettere ordine nei loro cuori. Ci riusciranno? Lui è in cerca di vendetta. Lei desidera il suo perdono. Chi avrà la meglio?

“Speravo che quando amavi una persona a sufficienza, potessi mostrarle ciò che meritava, ed essere la fonte della sua felicità.”

Quanta bellezza si può scrivere nel secondo capitolo di una storia divisa in tre puntate? Come si può riuscire ad essere così incisivi senza usare nemmeno una parola di troppo né mancare di una? Niente di iniziale, niente di definitivo, solo una parte della storia. Eppure…

“Io e Abram eravamo due cerchi in un diagramma di Venn che non si sarebbero mai sovrapposti. Eravamo due asteroidi ai lati opposti del sistema solare, intrappolati dalla gravità di Giove, destinati a orbitare intorno alla fascia principale nella stessa direzione, ma mai insieme. Eravamo due calamite con la stessa polarità.”

La storia di Mona e Abram è trascinante e incredibile ma anche profondamente vera, scritta proprio per quei due personaggi ma allo stesso tempo per ogni lettore che si ritrovi calato nella parte. È attrazione di opposti ma insieme sovrapposizione di simili, perché Mona e Abram sono due parti di uno stesso tutto. Dove lui è impulsività e azione, lei è ponderatezza e lungimiranza, dove lui è poesia e romanticismo, lei è razionalità e realismo.

Potrei continuare a elencare le loro differenze complementari all’infinito e riuscirei solo a dimostrare ulteriormente quanto questi due insieme siano semplicemente perfetti. Come questa storia che vuole essere solo un romance new adult divertente e romantico, ma ti entra nel cuore.

Mona è una scienziata, un’esperta di numeri, formule ed esperimenti, ma un pulcino sperduto per quanto concerne sentimenti e colpi di testa. Ha un cervello sempre attivo e pronto, ma un cuore che batte dentro a una camera imbottita, blindata e insonorizzata. Finché un certo musicista non abbatte quella camera a suon di baci e sguardi.

La Reid ha costruito due protagonisti all’apparenza assurdamente fuori dal loro ruolo: un musicista innamorato che non vuole zompettare da una groupie all’altra? Non s’e’ mai visto.

Una giovane donna bellissima che vada pazza solo per teoria quantistica e tavola periodica? Una rarità poco credibile. Eppure la loro storia ti conquista pagina dopo pagina e quasi ti sembra di vedere i loro sorrisi complici  mentre il loro modo di essere si abbina al modo di essere dell’altro, plasmandosi in un insieme che può essere definito solo con una parola: Amore.

Cosa posso aspettarmi dal terzo e finale capitolo se già questa seconda parte mi è apparsa perfetta?

“I pensieri arrivano più facilmente di notte. In una stanza piena di luce, non vedo che l’assenza di te.

Il buio, anche se non posso vedere, mi abbraccia. Sono accecato, ma ho una visione chiara. Sembra possibile che tu sia vicina, presente, qui.

“Perciò quando guardi il tuo cielo della sera, allungati verso la notte e lì mi troverai. Questo non è un addio.”

Provate a rimanere indifferenti a uno che scrive parole del genere. Sfido pure miss Einstein.

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Navillus

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