Luna d’inverno di Ilaria Varese

Italia: 2019

Pagine: 366

Protagonisti: Gwenfyr Flannigain

Genere: Paranormal Romance, Urban Fantasy

Casa Editrice: La Corte Editore

Data di Uscita: 9 maggio 2019

Serie Winter Fé #1

Luna d’inverno di Ilaria Varese

Lunghi capelli bianchi, occhi azzurri e pelle color della luna. Gwenfyr Flannigain è una ragazza di Bristol, nata e cresciuta in una delle tante fattorie del Tennessee, dove vive insieme al fratello maggiore Chase e al padre Roderick. Una famiglia come tante, se non fosse per il fatto che sono licantropi di sangue puro da diverse generazioni.

Eccetto lei, Gwen, che nonostante discenda come il fratello da un’antica stirpe di lupi, non ha mai subito la sua prima trasformazione. Ha 22 anni, ormai, e sa che non succederà più. Gwen è “difettosa”: condannata a vivere a metà tra il mondo degli umani e quello del branco, ma senza far realmente parte né di uno né dell’altro.

Ma un evento sta per sconvolgere la sua vita: a meno di un mese dal suo compleanno – data che coincide con il solstizio d’inverno, il Winter Fe’, qualcosa di molto particolare per le creature mannare – suo padre, il capobranco, viene a conoscenza della morte dell’Alfa della contea confinante per mano di un licantropo sanguinario, Nicholas Hasson. L’accaduto mette in allerta tutti. Il branco è in pericolo. Gwen è in pericolo. E, presto, nulla sarà più come prima.

Ho già detto che questa quarantena obbligata si sta rivelando super interessante dal punto di vista letterario?

Ebbene sì, nonostante sia per la maggior parte del tempo prona, supina, seduta, mezza in piedi e che le piaghe da decubito siano dietro l’angolo, sto finalmente recuperando molte letture, ahimè, lasciate in sospeso per carenza di tempo.

Oggi vi parlo di una figata atomica, Luna d’Inverno di Ilaria Varese.

Ci ho messo un po’, ma ce l’ho fatta. Oltretutto ho terminato il primo volume in prossimità dell’uscita del secondo, che purtroppo è rallentata a causa del covid19. Non disperiamo, è questione di poco.

Gwenfyr Flannigain è una licantropa a metà. Un po’ come Balto che non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è.

Figlia di nientepopodimenoche del capobranco, uomo splendido dentro e fuori, oltre ad essere una creatura speciale nata in circostanze ancor più speciali, è considerata purtroppo la pecora nera del branco.

Nonostante discenda da una stirpe di sangue purissimo, Gwen non è né umana né lupacchiotta. Non ha la super forza, non possiede il super udito e non si trasforma al plenilunio. Per contro è estremamente pallida, minuta e pure miope… che culo, eh?

Fuori dal branco frequenta il college, si prende cura del padre e del fratello con un amore viscerale ma… si sente incompleta.

“Detestavo fare quei pensieri perché, in un certo senso, mi sentivo una invidiosa, e l’invidia non è certo una cosa carina da serbare nel cuore. La verità è che io non ero una brava persona, o almeno, non come credevo di dover essere. Cercavo di essere gentile e disponibile, ma in realtà una parte di me, non so quanto grande, odiava quella situazione, i licantropi, mio padre e le sue regole… e odiavo me stessa per ciò che ero. Troppo bassa, troppo fragile, troppo lenta, troppo umana.”

Questa infelicità ha creato un guscio bello solido che la protegge dall’esterno. Per lei esistono solo il suo cavallo Winter, la famiglia e il branco. Il futuro non sussiste se lontano da loro e di conseguenza la vita sociale, le amicizie, un fidanzato o un sogno nel cassetto non sono importanti.

Ma un giorno si trova “costretta” a dare una chance a Dave, un compagno di università. È un fastidio, un impiccio bello e buono poiché lei non è interessata e poi la gelosia dei suoi lupi è qualcosa di molto forte e difficile da gestire.
In più c’è da considerare il loro temperamento, la bestia sotto la superficie che emana potere, i suoi segreti impossibili da tutelare poiché tutti percepiscono le emozioni e leggono il suo stato d’animo manco fosse scritto su un’insegna al neon lampeggiante… Quasi quasi molla, abituata a farne a meno. Il gioco non vale la candela, ma uno spiacevole inconveniente la spinge a ritrattare. Forse è giunto il momento di farsi valere?

E proprio quando il pensiero di godersi la giovane età finalmente prende forma… ecco che qualcosa di strano accade. Un avvertimento, strane sensazioni, l’arrivo del Winter fe’ che rende il branco instabile…

La vita di Gwen va in frantumi. Dapprima l’accettazione di non essere all’altezza che l’ha accompagnata per tutta la sua vita. Poi la voglia di essere se stessa, di poter esistere come persona esterna al branco. Ed infine l’amara verità di essere considerata un peso per il branco stesso. Il tutto proprio quando un pericoloso assassino minaccia i territori circostanti, e di tempo per le crisi esistenziali di Gwen non ce n’è.

La crescita del personaggio è davvero ben strutturata, le emozioni descritte mi sono entrate dentro e molto spesso mi sono commossa negli attimi di dolcezza con il padre.

Sono anche riuscita a non scoprire il destino di Gwen alla terza pagina, cosa alquanto sorprendente!

Ilaria ha creato un intreccio davvero interessante e diverso, un romanzo urban fantasy che non è il mix di qualche altro autore, ma qualcosa di unico che certamente ha tutta la mia ammirazione.

Che cosa mi hai fatto, Gwenfyr?
Che cosa sei?
Non sapevo rispondere a quella domanda, ma una voce lo fece al posto mio.
Io sono Winter Fe’.

Se già l’idea di per sé era molto bella, lo sviluppo mi ha definitivamente incantata. Ho macinato pagine su pagine sperando che non finisse mai perché non ero pronta a lasciare andare i personaggi. Complimenti Ilaria!

Per cui che dire? Sono tutta un fremito, sono super felice e per me è un gigantesco sì! Ovviamente sono pronta per il secondo volume.
See you soon!

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Violenza:

Cherry

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